Giovanni Gregori – Biagio Marin caro a Trieste

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Saggistica

Giovanni Gregori rivisita la “triestinità” del poeta gradese Biagio Marin

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Descrizione

Formato: cm 16×23
Pagine: 256
Rilegatura a filo di refe
ISBN: 9788898422142
(2015)

Biagio Marin è stato un golfo nel quale molti di noi hanno trovato un punto fisso nei momenti di smarrimento, un golfo nel quale ci siamo incontrati a fare festa, come nella rada dell’amicizia di cui parlava Nietzsche, a riconoscerci e a ritrovarsi in una coralità che ci univa e ci trascendeva.
(Claudio Magris)

Penso al gran vecchio, il nostro padre spirituale, Biagio Marin, poeta.
(Manlio Cecovini)

Biagio Marin non è soltanto una gloria di Grado, non è soltanto una gloria di Trieste, Egli è una gloria di tutta la poesia italiana, una gloria dell’Italia.
(Giovanni Giudici)

Amai oltre ogni dire Trieste e in Trieste l’Italia.
(Biagio Marin)

Giovanni Gregori rivisita la “triestinità” del poeta gradese Biagio Marin, il quale impara già da studente “austriaco” a Firenze nel 1911 a conoscere e ad amare Trieste soprattutto attraverso le persuasive parole e gli avvincenti scritti di Scipio Slataper, guida degli Irredentisti triestini. L’anno seguente Marin è a Vienna a promuovere le manifestazioni degli studenti contro l’Impero Asburgico che allora dominava la Venezia Giulia e nel 1914 egli diserta per unirsi alle file dell’esercito italiano. Dal 1944 al 1954, nella Trieste occupata, Marin sia come membro del CLN che come esponente di spicco dei partiti italiani di ispirazione liberale, partecipa alla “Resistenza” e alla lotta per il “ritorno” dell’Italia. Poi, in una Trieste finalmente italiana, egli continua ad impegnarsi intensamente nella vita pubblica. Con Giani Stuparich fonda il “Circolo della Cultura e delle Arti” che nel 1962 gli attribuisce il Premio “Italo Svevo” per la sua cinquantennale attività poetica, mentre nel 1956 il Comune di Trieste gli concede il certificato di “Cittadino benemerito” e nel 1985 la “Cittadinanza onoraria” come riconoscenza del contributo dato per il bene della sua “città d’elezione”.